Tra gli errori del nostro tempo, è sicuramente la mancanza di onestà
intellettuale e la volontà di apprendere le questioni del mondo con
l'umiltà di un discente e lo stupore di un fanciullo. Antonella
Scaglione è in questo una mente d'altro tempo, inteso non tanto come
tempo passato, ma come dimensione altra, fuori dalle logiche da
palcoscenico, piuttosto impegnata in riflessioni di natura più alta, che
indagano l'essenzialità della vita in quanto dono imprescindibile. Il
mondo descritto nelle tele di Scaglione è la realtà delle "piccole cose"
di Gozzano, che si esprime tanto nella felicità domestica del
quotidiano, quanto nelle passioni profonde di costumi e tradizioni di
popoli lontani, vagheggiati come simbolo di un desiderio di libertà; ma
tale desiderio non è sinonimo di brama o di voglia di fuga, si avvicina
piuttosto, e metaforicamente, al pensiero emozionante di un viaggio
balenato d'improvviso nella quiete di un luogo sicuro. Nell'animo
dell'autrice hanno sede due diverse vocazioni: il senso della serenità
interiore, della contemplazione per la pura bellezza della natura e la
tensione emotiva dell'osservazione, attenta e a volte castigatrice,
verso chi non prende seriamente il concetto per cui fare arte significa
impegno e sofferenza, studio e autocritica. Queste due caratteristiche
sono anche profonde qualità morali: esiste un'Antonella riservata,
riflessiva, commossa da un'emozione fugace ma intensissima, esiste
un'Antonella inflessibile, soprattutto con se stessa, che non si attarda
davanti ai riflettori ma osserva in disparte e trae lezione da ogni
cosa, cosciente del proprio fare e determinata a superare, di volta in
volta, se stessa.
Cecilia Paolini (storico dell'arte)
La semplicità di accostamenti cromatici facilmente assonanti unita
a un linguaggio tradizionalmente figurativo sono le principali
caratteristiche delle tele di Scaglione, dove non esistono temi
sottintesi, solo impressioni visive di soggetti quotidiani ritratti
negli atteggiamenti più intimi o dalle angolazioni migliori. E' un fare
pittorico spensierato, alleggerito di ogni elucubrazione concettuale,
che si bea della propria familiare e quotidiana naturalità.
Dott. Cecilia Paolini (storico dell'arte)