Guardarsi allo specchio e sperar di cambiare.
E realizzare d'un tratto, che ciò non avviene.
È lo sguardo di Pinocchio a raccontarcelo, in esso è visibile la
malinconia di chi si accorge, disilluso, che l'eroe che avrebbe dovuto
nascondere, o quantomeno mascherare, il suo lungo naso con un taglio di
capelli, non riesce nell'intento.
Eppure era convinto che così avrebbe sistemato le cose, che ciò sarebbe
bastato a migliorare sè stesso, si era illuso che un cambiamento
estetico potesse cambiare la percezione della realtà, che grazie
all'azione di terzi la propria vita potesse svoltare.
Eppure, nel silenzio di quell'istante, accompagnato dal solo tintinnio
delle forbici di quel barbiere operoso che non proferiva parola,
Pinocchio capì.
Capì che serviva un viaggio nel profondo della propia anima per poter
cambiare le cose, gli atteggiamenti, le azioni, i punti di vista, la
percezione di sé stesso e il disegno della propria vita.
Tutto ciò è racchiuso nel dipinto di Antonella Scaglione che si avvale di un burattino, per parlare agli uomini.